Artisti famosi che riciclano e creano opere d’arte moderna.
In natura “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”: cosi affermò l’iniziatore della chimica moderna Lavoisier. La teoria del celebre scienzato ha ispirato non solo ricercatori e studiosi, ma anche diversi artisti che dalla materia capace di trasformarsi hanno dato vita alle loro opere d’arte. Una di queste è Jane Perkins, l’artista inglese specializzata nel creare quadri e opere utilizzando materiali destinati ad essere gettati. Le opere dell’artista inglese sono protagoniste in Italia della mostra intitolata “In art we recycle”, in programma a Brindisi, dal 4 marzo al 2 aprile.
Jane Perkins, prima di intraprendere la sua carriera artistica, ha lavorato come infermiera a Londra per quasi 18 anni. Ma la sua creatività la spinge poi a percorrere nuove strade; nel 2006 consegue il diploma in Textiles. Da qui il suo avvicinamento ad oggetti come bottoni, perline, vecchia bigiotteria, nei quali intravede la possibilità di un utilizzo alternativo. Un’intuizione che l’ha portata ad essere oggi una delle più famose artiste del riciclo.
Inizialmente Jane si è occupata della creazione di piccole spille servendosi anche di giocattoli vecchi o non più funzionanti e conchiglie. Un po’ alla volta si avvicina al tipo di arte che l’ha resa famosa, fino a creare il suo primo quadro: “The Queen: Made in China”. Nel 2009 ha ricevuto il “Peaple’s vote” all’Open art exhibitions per la sua versione dei ritratti di Mandela e della Regina Elisabetta.
In art we recycle
L’esposizione mette in luce le creazioni di Jane Perkins, che ha originalmente riprodotto alcune delle più note opere della storia dell’arte attraverso il riutilizzo di oggetti comuni. E così tornano a risplendere, in una chiave del tutto innovativa ed eco-frindly, capolavori come “Notte Stellata” di Vincent Van Gogh, “Ragazza con turbnte” di Johannes Vermeer a altri celebri opere di artisti come Frida Kahlo, Leonardo da Vinci, Gustav Klimt, Édouard Manet.
Le composizioni sono realizzate esclusivamente tramite l’innesto di oggetti (macchinine, dadi, bottoni ecc), che i visitatori possono divertirsi a cercare osservando attentamente i quadri. Questi ultimi non sono stati oggetto di pittura a colori o di alcun altro tipo di aggiunta. Lo stile di Jane Perkins ricorda quello degli impressionisti ed è possibile apprezzarlo ancor di più osservando le sue opere sia da una certa distanza per godere dell’insieme, sia da distanza ravvicinata per individuare l’incredibile diversità di piccoli oggetti che compongono il quadro. Jane Perkins rappresenta un grande esempio di arte sociale, perché da oggetti che troppo facilmente consideriamo dei rifiuti, può nascere una bellezza artistica.
I ritratti
Tra le opere assume rilievo la profondità dei volti: su tutti quello de La ragazza afgana, che chiaramente ricalca la celebre fotografia scattata da Steve McCurry nel 1984, e pubblicata sulla copertina della rivista National geographic magazine. Riconoscibilissimi sono anche quelli di Albert Einstein e Ludwig van Beethoven, due punti di riferimento importanti per la cultura moderna.
Non mancano i legami con la contemporaneità: l’opera intitolata “Il bacio: Kate e William”, riprende i futuri reali britannici scambiarsi un tenero gesto d’amore nel giorno delle loro nozze.